La notizia di ieri è una di quelle che piacciono tanto ai commentatori cinici e sempre pronti alla condanna: Alex Schwazer, campione olimpico a Pechino 2008 nella 50 km di marcia, è stato trovato positivo all'EPO (eritropoietina) sostanza dopante che serve ad aumentare al parossismo la resistenza allo sforzo.
L'ex campione è stato subito crocifisso dai media, in queste storie ci sguazzano.
Questa mattina, in diretta da Bolzano su Rai Sport, Alex ha partecipato ad una conferenza stampa nella quale ha sviscerato tutto il malessere che lo ha portato, per disperazione autodistruttiva, ad assumere quella dannata sostanza. Ha preso su di sè tutte le colpe, si è dimostrato prima di tutto un uomo. Un uomo perbene.
Un uomo che nell'ultima parte della carriera sportiva non è riuscito a reggere l'urto della tensione, non ha potuto reggere al dovere di confermare l'oro olimpico nella 50 km magari aggiungendo anche quello della 20 km. Un dovere dettato dalla nostra società di merda (scusate il linguaggio) in cui chi è decimo a un'olimpiade non è nessuno, in cui si ricordano solo i vincitori. E solo se continuano a vincere.
Così si è spinto a poco a poco nel baratro che lo ha portato a mentire a tutti, anche a se stesso e che lo stava distruggendo. Solo chi nella sua vita non ha mai vissuto situazioni confrontabili a questa non è in grado di capire. Io lo capisco.
Ora ha davanti a sè la sfida più dura, sfida che ha cominciato a vincere attraverso la conferenza stampa di stamattina.
Coraggio Alex, forse non sei più un campione di marcia ma puoi essere un campione come uomo.
Lo sarai!
AGGIUNTA AL MIO POST:
copincollo qui sotto il post di Roberto Saviano su Facebook che esprime più o meno le cose che volevo esprimere io, ovviamente lui lo fa molto meglio di me!
Questa è la storia. Alex Schwazer aveva vinto. Da solo, allenandosi senza pace. A Pechino. Poi quell'oro iniziano a usarlo contro di lui, quando non vince il mondiale, quando si ferma. Hai vinto, pensi di aver dimostrato chi sei e invece no, tutti a dire: "Perché non vinci più?". Mentre Schwazer piange, quasi gli scappa "Ero stanco di essere solo il fidanzato di...". Ha una ragazza nota e i media
AGGIUNTA AL MIO POST:
copincollo qui sotto il post di Roberto Saviano su Facebook che esprime più o meno le cose che volevo esprimere io, ovviamente lui lo fa molto meglio di me!
Questa è la storia. Alex Schwazer aveva vinto. Da solo, allenandosi senza pace. A Pechino. Poi quell'oro iniziano a usarlo contro di lui, quando non vince il mondiale, quando si ferma. Hai vinto, pensi di aver dimostrato chi sei e invece no, tutti a dire: "Perché non vinci più?". Mentre Schwazer piange, quasi gli scappa "Ero stanco di essere solo il fidanzato di...". Ha una ragazza nota e i media
lo schiacciano su questo. Ha poi valori ematici da anemico, gli
allenamenti lo sfibrano e qui fa la peggiore scelta possibile: l'Epo. Si
pompa, come dicono in gergo. Si dopa. Non basta mai quello che fai alla
gente, e allora Alex vuole vincere di nuovo. Cerca la scorciatoia,
vuole avere l'oro come crede di meritare, ma il suo sangue non lo aiuta
più. Il corpo c'è, il sangue no. Così pensa che l'Epo gli possa dare
quello che la natura gli sta togliendo. Vuole smettere di essere
identificato solo come il fidanzato di Carolina Kostner, lui che è
arrivato già a risultati incredibili. È debole, è fragile, fa l'idiozia
di doparsi. Lo beccano. Ammette subito, si dispera, chiede scusa. Mentre
i vertici sportivi, gli stessi da sempre, che vivono incredibilmente
quasi come semplici spettatori inchieste tra le piu terribili, inchieste
che mostrano quanto l'Italia abbia il calcio tra i piu corrotti al
mondo, ebbene, quei vertici sportivi cercano di emendarsi additando Alex
come il male, il peccato, il colpevole. Lo indicano come l'esempio
sbagliato e ci si accanisce con il piacere tipico del vedere un vincente
cadere, una vendetta che conforta la propria mediocrità. In un intero
sistema marcio come quello italiano, l'errore idiota e colpevole di
Schwazer diventa il pretesto per dare la colpa di tutto al singolo
atleta. Perfetta fotografia del cortocircuito tra media affamati e
sciacalli, dirigenze inadeguate e disumanità diffusa.
Roberto Saviano